Archive for Luglio, 2015
La prima casa pignorabile: novità dal Governoby Studio Legale Padula
Decisione a sorpresa del Governo: la prima casa diventa pignorabile.
Dopo aver bocciato le varie mozioni dell’opposizione, la maggioranza parlamentare ha stabilito che la prima casa diventa pignorabile, riavviando così le procedure di espropriazione relative ad immobili adibiti ad abitazione principale.
La situazione prima della decisione
Con il decreto di legge n° 69/2013, il cosiddetto “Decreto del fare”, si stabiliva l’impossibilità di pignoramento della prima casa, nonostante le disposizioni contrarie di Equitalia. Successivamente, la Cassazione si era pronunciata sulla possibilità che l’impignorabilità della prima casa fosse o meno retroattiva, stabilendo con la sentenza n° 19270/2014, l’impossibilità di espropriazione della prima casa anche ai casi antecedenti il 21 giugno 2013, con un’interessante interpretazione del decreto.
Di fatto, quindi, fino a poco tempo fa, era impossibile pignorare una casa adibita a prima abitazione secondo una norma retroattiva.
Prima casa pignorabile: la decisione
Cosa cambia? Sostanzialmente, la Camera ha dato il via libera alle mozioni relative alle prime case, ma solo nel senso che spetta al Governo valutare “l’opportunità di adottare iniziative di rango normativo per individuare opzioni di natura economica per la gestione dei mutui ipotecari per la prima casa in sofferenza, con particolare riferimento ai nuclei familiari, soprattutto quelli numerosi, che si trovano in situazione temporanea di insolvenza”.
Di natura diversa le richieste dell’opposizione, che chiedevano al Governo di adottare delle iniziative dal punto di vista normativo incentrate sulla riduzione del fenomeno delle espropriazioni immobiliari, soprattutto quelle adibite a prima casa. Le richieste prevedevano, per l’appunto, l’impignorabilità totale della prima casa che, però, non sono state prese in considerazione.
Come fare per sapere quanti immobili siano intestati a una persona fisica o giuridica?
In casi come questo, è essenziale conoscere la situazione patrimoniale di un individuo e sapere quindi quante case risultano intestate e, quale tra queste risulta essere la casa di residenza.
A tal fine, è possibile richiedere una visura ipotecaria per nominativo su Visure Italia. Il documento ottenuto è indispensabile al fine di stabilire la consistenza del patrimonio immobiliare di un nominativo (persona o società) oggetto di ricerca nel periodo decorrente dalla data di automazione della competente Conservatoria RR.II. fino alla data di aggiornamento.
Una visura ipotecaria per nominativo rileva informazioni quali:
- i dati anagrafici completi dei soggetti (persone fisiche o giuridiche) intervenuti nell’atto pubblico quali parti a favore e contro;
- i dati catastali dei beni immobili al saldo attuale con gli identificativi catastali completi;
- la natura dei diritti reali e le quote in capo agli attuali proprietari dei beni immobili in portafoglio;
- la presenza di eventuali gravami, servitù o vincoli nonché trascrizioni o iscrizioni pregiudizievoli;
- il dettaglio delle formalità sviluppate con gli estremi di riferimento
- lo sviluppo di un numero massimo di due formalità.
Fonte: http://www.visureitalia.com/smartfocus/prima-casa-pignorabile-novita/?utm_source=Contatti+Visure+Italia&utm_campaign=b53d551fd6-Newsletter%3A+Prima+Casa+Pignorabile+%28Contatti%29&utm_medium=email&utm_term=0_263c75bceb-b53d551fd6-143017925#sthash.5d7GymeS.dpuf
Arriva il condono sulle cartelle esattoriali fino a 2mila euro. Ma solo fino al 1999by Studio Legale Padula
Ma c’è anche l’eventualità di un’apertura al condono per cartelle superiori d 2000 euro
È di questi ultimi giorni la pubblicazione, sulla Gazzetta Ufficiale, del decreto del Ministero dell’Economia che prevede l’annullamento, per un tetto massimo di 2000 Euro, delle cartelle esattoriali emesse da Equitalia.
È doveroso chiarire inoltre che il condono non possa applicarsi a cartelle che riguardano dazi, imposte UE, Iva legate all’importazione dei prodotti, né le proprietà agricole.
Fonte: Arriva il condono sulle cartelle esattoriali fino a 2mila euro. Ma solo fino al 1999
(www.StudioCataldi.it)
Addio al bancomat e ai rischi di furto e clonazione! Presto si preleverà con il Qr Codeby Studio Legale Padula
Con una semplice “foto” dal telefonino sarà possibile ritirare contanti e fare acquisti
di Marina Crisafi – Presto si potrà dire addio al tradizionale bancomat spesso soggetto a rischi di furto e di malaugurate clonazioni: i prelievi di denaro potranno essere effettuati con una foto, grazie al QR Code.
Nato ormai da diversi anni, il QR Code è una sorta di “codice a barre” formato da speciali caratteri raggruppati in un “quadratino” che, mediante un’applicazione e con una semplice fotografia, permette il collegamento ad internet.
Come funziona
In sostanza, si tratta di un “link” che consente un rapido accesso ad internet, solo che anziché essere cliccato viene fotografato dal proprio dispositivo, smartphone o tablet che sia.
Scattando una foto al codice QR (inserito su un prodotto, stampato su un giornale, ecc.), questo viene decodificato dal telefono (o dal tablet), proprio grazie all’applicazione (ormai nativa nei dispositivi di ultima generazione), consentendo così il collegamento al contenuto web associato
Basta inquadrare per pochi secondi il codice e sul telefono, come per magia, appare il collegamento allo stesso, che può essere una pagina web, la descrizione di un prodotto da acquistare, un’altra applicazione, un video o altro contenuto multimediale, e così via.
Le possibilità insomma sono infinite. Ed ecco la novità: applicare il sistema anche ai bancomat.
Come prelevare col QR Code
Sfruttando il sistema del QR Code si potranno prelevare contanti presso gli sportelli ATM soltanto inquadrando il codice con il dispositivo abilitato, senza bisogno di nessuna carta.
In pratica, il “prelievo smart” funzionerà con una prenotazione del credito, collegandosi direttamente dal telefono o dal tablet all’applicazione di mobile banking e prenotando la somma da prelevare. Quindi, raggiunto lo sportello bancomat, si dovrà semplicemente scegliere sullo schermo la funzione apposita e una volta apparso il QR Code, inquadrandolo con il proprio dispositivo questo effettuerà il riconoscimento autorizzando l’erogazione del denaro in pochissimi secondi.
In Italia il servizio sarà presto disponibile presso il gruppo Unicredit e su dispositivi iOS, Android e Windows Phone.
Vantaggi
Primo ed evidente vantaggio è quello di effettuare prelievi sicuri rispetto a quelli tradizionali col bancomat, in quanto non c’è bisogno di carta, per cui l’operazione non può essere clonata e si elimina ogni rischio di furto.
La funzione inoltre può essere attivata o disattivata in base alle personali esigenze e, una volta resa disponibile, l’applicazione indica anche qual è lo sportello Atm più vicino da raggiungere.
Infine, visto che, come già detto, le possibilità di applicazione del sistema sono infinite, il QR Code potrà essere utilizzato per effettuare gli acquisti più disparati, da prodotti a biglietti e abbonamenti a mezzi di trasporto (previa abilitazione dei lettori ottici di controllo). Il tutto direttamente online evitando la coda agli sportelli e senza bisogno di documenti cartacei.
Fonte: Addio al bancomat e ai rischi di furto e clonazione! Presto si preleverà con il Qr Code
(www.StudioCataldi.it)
Avvocati: aumentati i diritti di copia e di certificato. In allegato la nuova tabella del Ministeroby Studio Legale Padula
Via Arenula ha aggiornato gli importi dei diritti di copia e certificato in base alle variazioni degli indici Istat
di Marina Crisafi – Con decreto n. 7/2015, pubblicato nella G.U. di martedì (n. 149/2015), il Ministero della Giustizia ha aumentato i diritti di copia e di certificato. L’aumento è frutto delle disposizioni del Testo Unico delle spese di giustizia (d.p.r. n. 115/2002) che prevedonol’adeguamento, ogni tre anni, degli importi dei diritti in base alle variazioni, accertate dall’Istat, dell’indice dei prezzi al consumo per famiglie di operai e impiegati.
Rilevato che tali variazioni sono aumentate nel triennio considerato (2011-2014) del 4,4%, via Arenula ha ritenuto di dover adeguare gli importi.
In base all’adeguamento effettuato, pertanto, il nuovo importo del diritto di certificato passa a 3,84 euro (in luogo dei precedenti 3,68).
Quanto ai diritti di copia, senza certificazione di conformità, variano da un minimo di 0,96 euro (per documento fino a 4 pagine) a un massimo di 15,38 euro (dalle 51 alle 100 pagine), più 6,41 euro per ogni ulteriori 100 pagine o frazione di 100.
Per le copie autentiche, invece, si parte da 7,69 euro per gli atti da 1 a 4 pagine fino a un massimo di 19,23 euro, per gli atti da 51 a 100 pagine (oltre a 7,69 euro in più per ogni ulteriori 100 pagine). Gli importi, come specificato in tabella, sono ottenuti sommando il diritto di copia forfetizzato con quello fisso di certificazione di conformità, in base alla variabile del numero di pagine.
Subito sotto i due link per scaricare il decreto e la tabella in PDF
Scarica il dm Giustizia n. 7/2015
Scarica la tabella dei nuovi diritti di copia e certificato
Fonte: Avvocati: aumentati i diritti di copia e di certificato. In allegato la nuova tabella del Ministero
(www.StudioCataldi.it)
Rc auto: se il danno supera il valore del mezzoby Studio Legale Padula
Come si liquida il danno se la riparazione risulta antieconomica.
di Valeria Zeppilli – Frequentemente accade che, a seguito di un incidente stradale, l’autovettura coinvolta subisca danni che superano il proprio valore, come emergente dalle quotazioni ufficiali.
In tal caso si suole parlare di riparazione cd. antieconomica.
Il risarcimento per equivalente
A fronte di tale circostanza, le assicurazioni tendono a non risarcire il danno effettivamente subito dall’autovettura ma il valore del mezzo ante-sinistro.
La “notevole” differenza tra valore del mezzo e danno subito
Occorre precisare che, in concreto, l’orientamento giurisprudenziale prevalente tende a non rinvenire l’eccessiva onerosità della riparazione sempre nel caso in cui il valore commerciale del mezzo sia inferiore all’ammontare richiesto per il ripristino dello status quo ante, ma solo laddove tale valore sia notevolmente inferiore all’importo necessario per le riparazioni: solo in questo caso, infatti, si può dire di essere di fronte ad un onere eccessivo per il danneggiante e ad una lucupletazione del danneggiato. In tal senso si vedano, ad esempio, Cass. n. 21012/2010, Cass. n. 1721/2012 e Cass. n. 24718/2013.
Elementi che influenzano la valutazione di antieconomicità della riparazione
Oltretutto, nel valutare l’antieconomicità della riparazione non è possibile prescindere da una serie di fattori ulteriori che contribuiscono a determinare in concreto se una riparazione sia antieconomica o no.
Il valore del mezzo ante-sinistro, infatti, va maggiorato delle spese di immatricolazione di una nuova autovettura o del passaggio di proprietà in caso di acquisto di un’autovettura usata, del fermo per il reperimento della nuova autovettura e del bollo e dell’assicurazione che non sono stati goduti, oltre che delle spese di demolizione del relitto, detratto l’eventuale valore del relitto stesso, nonché del trasporto dell’auto al demolitore se questa non è marciante.
Ottime condizioni del veicolo
Peraltro spesso accade che il veicolo, sebbene abbia in astratto un valore ante-sinistro inferiore rispetto all’importo necessario per provvedere alla riparazione, nel concreto si trovi in ottime condizioni e abbia una particolare funzionalità, che non lo rendono agevolmente sostituibile con altro veicolo teoricamente paragonabile.
Dando prova dello stato del veicolo (ad esempio attraverso fatture di revisione, fotografie, chilometraggio basso, etc.) il danneggiato potrà in questi casi vedere riconosciuto il proprio diritto al risarcimento in forma specifica.
Fonte: Rc auto: se il danno supera il valore del mezzo
(www.StudioCataldi.it)